lunedì 7 agosto 2023

Perché le donne si ammalano di più di Alzheimer?

La malattia di Alzheimer è una forma di demenza senile che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando una progressiva perdita di memoria e compromettendo la qualità della vita. Uno studio pubblicato sulla rivista "Neurology" ha evidenziato una particolarità della malattia: la maggior parte delle persone colpite da Alzheimer sono donne.
Cerchiamo di capire i motivi di questa differenza.
Lo studio ha coinvolto 85 donne e 36 uomini con un'età media di 52 anni, senza alterazioni cerebrali e con simili capacità cognitive. I partecipanti avevano anche parametri fisiologici simili, come la pressione sanguigna, e una storia familiare simile riguardo la presenza di casi di Alzheimer. Lo scopo era capire se ci fossero segnali precoci della malattia a quell'età.
Gli esiti dello studio hanno mostrato che le donne hanno ottenuto risultati peggiori rispetto agli uomini in alcuni parametri fondamentali: avevano meno materia grigia e bianca nel cervello, più placche di proteina beta-amiloide e un minore tasso di metabolismo del glucosio. Queste differenze potrebbero essere correlate alle variazioni ormonali legate alla menopausa, in particolare gli estrogeni.
Gli studiosi hanno sollevato alcune domande e ipotesi interessanti. Si potrebbe indagare se una terapia ormonale sostitutiva con estrogeni dopo la menopausa potrebbe proteggere le donne dall'Alzheimer. Allo stesso modo, gli ormoni maschili potrebbero giocare un ruolo protettivo contro la malattia. Tuttavia, queste ipotesi necessitano di ulteriori ricerche e studi per essere confermate.
Lo studio ha evidenziato una connessione tra le variazioni ormonali femminili e la suscettibilità all'Alzheimer, suggerendo una possibile spiegazione della maggior incidenza della malattia nelle donne. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi approcci terapeutici e preventive, ma è fondamentale condurre ulteriori studi per confermare e approfondire queste ipotesi. La ricerca sull'Alzheimer è ancora in corso e ogni passo avanti ci avvicina a una migliore comprensione e gestione di questa complessa patologia.

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