martedì 16 gennaio 2024

I disturbi cognitivi nell'anziano: prevenzione, diagnosi e trattamento psicologico

I disturbi cognitivi sono alterazioni delle funzioni mentali superiori, come la memoria, l'attenzione, il linguaggio, il calcolo, il ragionamento, la percezione, ecc. 
Possono avere diverse cause, tra cui malattie neurodegenerative (come l'Alzheimer), malattie vascolari (come l'ictus), malattie metaboliche (come il diabete), malattie infettive, traumi cranici, ecc. 
I disturbi cognitivi possono avere diversi gradi di gravità, da lievi a moderati a gravi, e possono compromettere la qualità di vita e l'autonomia della persona. In questo articolo, vedremo come prevenire, diagnosticare e trattare i disturbi cognitivi nell'anziano, con l'aiuto (anche) della psicologia.

Come prevenire i disturbi cognitivi nell'anziano?
La prevenzione dei disturbi cognitivi nell'anziano si basa su alcuni principi fondamentali, che riguardano sia lo stile di vita che le attività cognitive. Tra questi principi, possiamo citare:
  • mantenere una dieta sana ed equilibrata: seguire una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce, olio di oliva, ecc., può aiutare a proteggere il cervello dall'infiammazione, dall'ossidazione e dal danno vascolare, che sono fattori di rischio per i disturbi cognitivi. Inoltre, evitare il consumo eccessivo di alcol, zucchero, sale, grassi saturi, ecc., può aiutare a prevenire l'obesità, il diabete, l'ipertensione, il colesterolo alto, ecc., che sono anch'essi fattori di rischio per i disturbi cognitivi.
  • praticare regolarmente attività fisica: fare esercizio fisico moderato, almeno tre volte alla settimana, per almeno 30 minuti, può aiutare a migliorare la circolazione sanguigna, l'ossigenazione e la nutrizione del cervello, nonché a stimolare la neurogenesi, ovvero la formazione di nuove cellule nervose. Inoltre, fare attività fisica può aiutare a regolare lo stress, a migliorare l'umore, a prevenire la depressione, che sono anch'essi fattori di rischio per i disturbi cognitivi.
  • mantenere una mente attiva: svolgere attività mentalmente stimolanti, come leggere, scrivere, giocare, imparare, risolvere problemi, ecc., può aiutare a preservare e a potenziare le funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione, il linguaggio, il ragionamento, la creatività, ecc. Inoltre, svolgere attività piacevoli e gratificanti può aiutare a preservare l'autostima, il senso di competenza e il senso di appartenenza, che sono anch'essi fattori protettivi per i disturbi cognitivi.
  • mantenere una vita sociale: partecipare a gruppi, associazioni, iniziative, eventi, che coinvolgono persone con interessi, valori e obiettivi simili, può aiutare a creare e rafforzare legami affettivi, a scambiare informazioni, esperienze e opinioni, a ricevere e offrire sostegno, a sentirsi utili e apprezzati. Inoltre, mantenere una vita sociale può aiutare a prevenire l'isolamento, la solitudine e l'alienazione, che sono fattori di rischio per i disturbi cognitivi.
Come diagnosticare i disturbi cognitivi nell'anziano?
La diagnosi dei disturbi cognitivi nell'anziano si basa su una valutazione multidimensionale, che coinvolge diversi professionisti, tra cui il medico, il neurologo, il geriatra, lo psicologo, il logopedista, l'assistente sociale, ecc. La valutazione comprende diversi aspetti, tra cui:
  • la storia clinica: consiste nel raccogliere informazioni sulla salute fisica e mentale della persona anziana, sulle sue abitudini di vita, sui suoi farmaci, sulle sue malattie pregresse o attuali, sui suoi fattori di rischio o di protezione, ecc. Questo può aiutare a individuare le possibili cause dei disturbi cognitivi, nonché a escludere altre condizioni che possono influenzare le funzioni cognitive, come le infezioni, le carenze vitaminiche, le disidratazioni, le intossicazioni, ecc.
  • l'esame neurologico: consiste nel valutare lo stato del sistema nervoso della persona anziana, attraverso test che misurano i riflessi, la sensibilità, la forza, la coordinazione, l'equilibrio, la postura, la marcia, ecc. Questo può aiutare a rilevare eventuali lesioni o alterazioni del cervello, del midollo spinale o dei nervi periferici, che possono essere responsabili dei disturbi cognitivi.
  • l'esame psicologico: consiste nel valutare le funzioni cognitive della persona anziana, attraverso test che misurano la memoria, l'attenzione, il linguaggio, il calcolo, il ragionamento, la percezione, ecc. Questo può aiutare a quantificare il grado di compromissione cognitiva, a identificare i punti di forza e di debolezza, a differenziare i vari tipi di disturbi cognitivi, a monitorare l'evoluzione nel tempo, ecc.
  • l'esame psicologico: consiste nel valutare lo stato emotivo e comportamentale della persona anziana, attraverso colloqui, questionari, osservazioni, ecc. Questo può aiutare a rilevare eventuali disturbi psicologici, come ansia, depressione, apatia, aggressività, delirio, allucinazioni, ecc., che possono accompagnare o mimare i disturbi cognitivi, nonché a valutare l'impatto dei disturbi cognitivi sulla qualità di vita e sull'autonomia della persona anziana.
  • l'esame strumentale: consiste nell'effettuare indagini diagnostiche che permettono di visualizzare la struttura e il funzionamento del cervello della persona anziana, come la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata, la scintigrafia cerebrale, l'elettroencefalogramma, ecc. Questo può aiutare a confermare o a escludere la presenza di alterazioni cerebrali, come atrofia, infarti, emorragie, tumori, infezioni, ecc., che possono causare i disturbi cognitivi.
Come trattare i disturbi cognitivi nell'anziano?
Il trattamento dei disturbi cognitivi nell'anziano si basa su un approccio multidisciplinare, che coinvolge diversi professionisti, tra cui il medico, il neurologo, il geriatra, lo psicologo, il logopedista ecc. Il trattamento comprende diversi aspetti, tra cui:
  • la terapia farmacologica: consiste nella somministrazione di farmaci che possono agire sui meccanismi neurochimici coinvolti nei disturbi cognitivi, come gli inibitori dell'acetilcolinesterasi, i modulatori del glutammato, gli antidepressivi, gli ansiolitici, gli antipsicotici, ecc. Questi farmaci possono aiutare a rallentare il declino cognitivo, a migliorare i sintomi, a ridurre il disagio psicologico, a prevenire o a trattare le complicanze, ecc. Tuttavia, questi farmaci possono avere anche degli effetti collaterali, delle controindicazioni, delle interazioni, ecc., per cui devono essere prescritti e monitorati dal medico.
  • la terapia non farmacologica: consiste nel proporre attività che possono stimolare e potenziare le funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione, il linguaggio, il ragionamento, la percezione, ecc. Queste attività possono essere svolte in forma individuale o di gruppo, in contesti diversi, come ambulatori, ospedali, case di riposo, centri diurni, ecc. Queste attività possono essere basate su diverse tecniche, come la stimolazione cognitiva, la riabilitazione cognitiva, la terapia occupazionale, la terapia della reminiscenza, la musicoterapia, la pet therapy, ecc. Queste attività possono aiutare a preservare e a potenziare le capacità cognitive residue, a promuovere strategie di compenso, a migliorare il funzionamento quotidiano, a incrementare il benessere e la qualità di vita, ecc.
  • la terapia psicologica: consiste nell'offrire un sostegno psicologico alla persona anziana e ai suoi familiari, attraverso colloqui, consulenze, psicoeducazione, gruppi di sostegno, psicoterapia, ecc. Queste attività possono aiutare a gestire le emozioni, i pensieri e i comportamenti legati ai disturbi cognitivi, a prevenire o a trattare eventuali disturbi psicologici, come ansia, depressione, apatia, aggressività, delirio, allucinazioni, ecc., a migliorare la comunicazione e la relazione con la persona anziana, a ridurre lo stress e il carico del caregiver, a favorire l'accettazione e l'adattamento alla situazione, ecc.
I disturbi cognitivi nell'anziano sono alterazioni delle funzioni mentali superiori, che possono avere diverse cause, gradi di gravità e conseguenze sulla qualità di vita e sull'autonomia della persona anziana. Per prevenire, diagnosticare e trattare i disturbi cognitivi, è necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolga diversi professionisti e che si basi su una valutazione multidimensionale. Il trattamento dei disturbi cognitivi può comprendere sia la terapia farmacologica che la terapia non farmacologica, che possono integrarsi e potenziarsi reciprocamente. 

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