mercoledì 8 maggio 2024

Burnout nelle professioni sanitarie

Il burnout è una sindrome di disagio psicofisico che colpisce le professioni coinvolte quotidianamente in attività che comportano continue relazioni con persone che vivono una situazione di disagio e sofferenza. Queste professioni, spesso denominate “professioni di aiuto,” includono figure come infermieri, medici, psicologi, OSS e assistenti sociali.
Il termine “burnout” fu inizialmente utilizzato nel contesto sportivo negli anni '30 per descrivere atleti che, dopo aver ottenuto successi significativi, non riuscivano più a mantenere le prestazioni agonistiche.
Nel 1970, la psichiatra statunitense Dr.ssa Cristina Maslach riprese il termine per descrivere una serie di disturbi comportamentali che colpivano i professionisti coinvolti in relazioni interpersonali ad alto impatto emotivo.
Dapprima associato alle professioni sanitarie, il burnout si è poi esteso a tutte le categorie di lavoratori a contatto costante con il pubblico.
La sindrome del burnout viene descritta attraverso tre dimensioni principali:
  • Esaurimento emozionale: l’operatore perde interesse verso le persone a cui è indirizzata la sua attività.
  • Depersonalizzazione: si manifesta come una sorta di disconnessione emotiva nei confronti dei pazienti o dei clienti.
  • Riduzione delle capacità professionali: l’operatore percepisce una diminuzione delle proprie capacità lavorative.
Il burnout si sviluppa anche in situazioni in cui c’è una forte discordanza tra la natura del professionista e quella dell’ambiente lavorativo. Non è solo un problema individuale, ma anche sociale, dipendente dal contesto lavorativo e dalle modalità di interazione tra le persone e può coinvolgere l’intera struttura organizzativa.
I dirigenti hanno un ruolo cruciale nella prevenzione e nella riduzione della sindrome.
La consapevolezza, la formazione e la promozione del benessere lavorativo sono fondamentali per contrastare il burnout nelle professioni sanitarie.
Il burnout rappresenta una sfida significativa per gli operatori sanitari, ma con strategie adeguate, possiamo mitigarne gli effetti e preservare la salute mentale e fisica di coloro che dedicano la loro vita al servizio degli altri.

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