venerdì 28 febbraio 2025
Cos’è la violenza psicologica?
mercoledì 26 febbraio 2025
Perchè ti senti brutto?
- pratica l'autocompassione: tratta te stesso con la stessa gentilezza e comprensione che riservi agli altri. Ricorda che nessuno è perfetto e che tutti hanno insicurezze.
- limita l'uso dei social media: riduci il tempo trascorso sui social network e ricorda che molte immagini sono ritoccate o filtrate.
- concentrati sui tuoi punti di forza: fai una lista delle qualità che apprezzi in te stesso, che siano fisiche, emotive o intellettuali.
- cerca supporto: parla con amici, familiari o un terapeuta riguardo ai tuoi sentimenti. Avere una prospettiva esterna può aiutarti a vedere le cose in modo più obiettivo.
- sviluppa abitudini sane: prenditi cura del tuo corpo attraverso l'esercizio fisico, una dieta equilibrata e una buona igiene del sonno. Sentirsi fisicamente meglio può influenzare positivamente come ci vediamo.
lunedì 24 febbraio 2025
Non sei il punching ball di nessuno
venerdì 21 febbraio 2025
Emozioni negative: capire il loro ruolo e come gestirle
- Riconoscimento: il primo passo per gestire le emozioni negative è riconoscerle. Prenditi un momento per identificare ciò che stai provando e perché.
- Accettazione: ricorda che è normale provare emozioni negative. Non cercare di sopprimerle, ma accettale come parte della tua esperienza umana.
- Espressione sana: trova modi sani per esprimere le tue emozioni. Questo potrebbe includere parlare con un amico di fiducia, scrivere in un diario o fare esercizio fisico.
- Mindfulness: la pratica della mindfulness, o consapevolezza, può aiutarti a gestire le emozioni negative. Questo implica concentrarsi sul momento presente senza giudizio.
- Supporto professionale: se le emozioni negative diventano troppo intense o persistenti, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista della salute mentale.
- Autocompassione: tratta te stesso con gentilezza e compassione, specialmente quando stai attraversando momenti difficili. Ricorda che nessuno è perfetto e tutti abbiamo giorni difficili.
mercoledì 19 febbraio 2025
Come superare l'ansia in 5 semplici passi
martedì 18 febbraio 2025
Come nascono i nostri schemi mentali?
In questo articolo esploreremo come si sviluppano questi schemi, perché diventano così radicati e in che modo modellano il nostro comportamento e le nostre relazioni.
Cosa sono gli schemi mentali e perché sono così potenti?
Gli schemi mentali sono come delle "lenti invisibili"
attraverso cui interpretiamo la realtà. Si sviluppano nei primi anni di vita e
influenzano ciò che pensiamo di noi stessi, degli altri e del mondo.
Ad esempio:
- Se da bambino sei
stato spesso criticato, potresti sviluppare uno schema di difettosità,
convincendoti di non essere abbastanza bravo.
- Se hai avuto
genitori emotivamente distanti, potresti interiorizzare lo schema di deprivazione
emotiva, credendo che nessuno sarà mai davvero presente per te.
- Se sei cresciuto in
un ambiente imprevedibile o instabile, potresti sviluppare lo schema di abbandono,
portandoti a temere costantemente che le persone a cui tieni ti lascino.
Questi schemi non sono semplici pensieri passeggeri, ma convinzioni profonde che condizionano le nostre scelte, le relazioni e le emozioni.
L’infanzia: il terreno fertile per la formazione degli schemi
Durante l’infanzia, il cervello è estremamente plastico e assorbe
esperienze, emozioni e dinamiche familiari. In particolare, ci sono cinque
bisogni emotivi fondamentali che, se non vengono soddisfatti, danno origine alGli
schemi negativi:
- Sicurezza e
stabilità – Avere genitori presenti e affidabili, che danno un senso
di protezione e prevedibilità.
- Amore e
accettazione – Sentirsi amati, valorizzati e supportati nelle proprie
emozioni.
- Autonomia e
competenza – Sviluppare fiducia nelle proprie capacità e indipendenza.
- Espressione di sé
– Essere liberi di comunicare i propri pensieri ed emozioni senza paura di
essere giudicati.
- Limiti e
autodisciplina – Ricevere regole equilibrate che insegnano il rispetto
e la gestione delle frustrazioni.
Quando uno o più di questi bisogni non vengono soddisfatti, il bambino
sviluppa schemi maladattivi che lo accompagneranno nella vita adulta.
Esempi di esperienze infantili che creano schemi disfunzionali
🔹 Genitori imprevedibili o assenti →
Schema di abbandono (paura di perdere le persone care).
🔹 Critiche costanti o umiliazioni →
Schema di difettosità (sensazione di non essere abbastanza).
🔹 Eccessivo controllo o protezione →
Schema di dipendenza (sensazione di non farcela da soli).
🔹 Regole troppo rigide e perfezionismo
→ Schema di standard inflessibili (bisogno di essere sempre perfetti).
🔹 Mancanza di affetto e vicinanza emotiva
→ Schema di deprivazione emotiva (sensazione di essere invisibili o non
amati).
Come gli schemi si radicano nella vita adulta
Gli schemi formati nell’infanzia diventano la nostra “verità” interiore
e si autoalimentano nel tempo. Questo accade attraverso tre meccanismi
principali:
- Resa allo schema
- Agiamo in modo da
confermare lo schema, anche se ci fa soffrire.
- Es. Se abbiamo lo
schema di fallimento, evitiamo nuove sfide per paura di fallire,
rinforzando così l’idea di non essere capaci.
- Evitamento dello
schema
- Cerchiamo di
sfuggire alle emozioni negative legate allo schema, evitando certe
situazioni.
- Es. Se abbiamo lo
schema di esclusione sociale, evitiamo gruppi o eventi per paura
di sentirci fuori posto.
- Contrattacco allo
schema
- Reagiamo in modo
opposto allo schema, ma in maniera estrema e poco equilibrata.
- Es. Chi ha lo
schema di sottomissione può diventare iper-assertivo e
autoritario, per evitare di sentirsi dominato.
💡 Esempio pratico
Marco ha sviluppato uno schema di abbandono perché i suoi
genitori erano emotivamente distanti. Ora, da adulto:
- Resa →
Sceglie partner che lo fanno sentire insicuro, confermando la sua paura.
- Evitamento →
Evita le relazioni serie per non rischiare di essere abbandonato.
- Contrattacco
→ Diventa geloso e controllante, soffocando il partner.
Questi meccanismi fanno sì che lo schema rimanga attivo e si rafforzi
nel tempo.
Come iniziare a modificare i propri schemi
Il primo passo per cambiare un paura è diventarne consapevoli.
Ecco alcune domande che possono aiutarti a identificare i tuoi schemi:
- Quali situazioni mi
fanno soffrire ripetutamente?
- Quali pensieri
negativi su di me e sugli altri si ripetono spesso?
- C’è un tema comune
nei miei problemi relazionali o lavorativi?
- Quali emozioni si
attivano con più intensità nelle situazioni difficili?
💡 Esercizio pratico
📖 Diario delle trappole
Ogni sera, scrivi tre episodi della giornata in cui hai reagito emotivamente in modo intenso. Analizza se dietro c’è uno schema attivo e prova a ipotizzare la sua origine.
lunedì 17 febbraio 2025
Come riconoscere una relazione tossica e uscirne
- critiche costanti: il partner tende a sottolineare i tuoi difetti, facendoti sentire inadeguato.
- controllo e manipolazione: ti senti costantemente monitorato o spinto a fare scelte che non desideri.
- mancanza di rispetto: insulti, umiliazioni o comportamenti che svalutano la tua dignità.
- senso di colpa ingiustificato: vieni spesso accusato di essere la causa di ogni problema, anche quando non è così.
- isolamento: il partner ti allontana da amici e familiari, rendendoti sempre più dipendente dalla relazione.
- instabilità emotiva: alternanza tra comportamenti affettuosi e atteggiamenti aggressivi, che ti confondono e ti destabilizzano.
venerdì 14 febbraio 2025
Perché il multitasking ti sta sabotando: la verità dalla psicologia
- fai una lista di priorità: identifica i compiti più importanti e affrontali uno per volta.
- usa il metodo del pomodoro: lavora su un'attività per 25 minuti, poi fai una pausa di 5 minuti. Questo aumenta la concentrazione e riduce l'affaticamento.
- elimina le distrazioni: spegni le notifiche, chiudi le schede non necessarie e crea un ambiente di lavoro tranquillo.
- sii presente: concentrati pienamente sul compito che stai svolgendo, senza pensare a ciò che viene dopo.
mercoledì 12 febbraio 2025
Reinventarsi: cosa fare quando il lavoro non ci soddisfa più
- Ti senti costantemente stressato o insoddisfatto. Il malessere fisico o mentale legato al lavoro può indicare che stai affrontando un periodo di burnout o di disconnessione emotiva.
- Non trovi più significato in ciò che fai. Le attività che una volta ti stimolavano ora ti sembrano prive di scopo.
- La tua produttività è calata. Se fai fatica a trovare la motivazione per portare a termine i tuoi compiti, potresti aver perso l’interesse per il lavoro stesso.
- Sogni costantemente di fare altro: Quando la tua mente è altrove e ti ritrovi a fantasticare su nuove strade, potrebbe essere il momento di esplorare quelle fantasie.
- Rifletti su ciò che desideri davvero. Prenditi un momento per fare il punto della situazione. Cosa ti rende davvero felice? Quali attività ti entusiasmano? A volte, il problema non è il lavoro in sé, ma il fatto che non sia allineato con i tuoi valori o i tuoi interessi. Prova a riflettere su cosa ti appassiona veramente e su cosa desideri ottenere dalla tua vita professionale.
- Esplora nuove competenze. La stanchezza lavorativa può derivare da una sensazione di stagnazione. Un modo per combatterla è espandere le tue competenze. Potresti iscriverti a un corso, partecipare a workshop o anche semplicemente leggere libri o articoli che ti aprano a nuove prospettive. L'apprendimento continuo non solo ti arricchisce, ma ti dà anche la possibilità di esplorare nuovi campi che potrebbero offrirti soddisfazione.
- Prova a fare piccoli cambiamenti. Se l’idea di un grande cambiamento ti spaventa, inizia con piccoli passi. Potresti cercare nuove sfide nel tuo attuale lavoro, chiedere un cambio di mansioni o provare a lavorare su un progetto diverso. A volte, cambiare prospettiva o il modo in cui affronti il lavoro quotidiano può fare una grande differenza.
- Crea un piano concreto. Quando decidi di reinventarti, è importante essere strategici. Che tu stia pensando di cambiare carriera o di aprire una tua attività, pianifica i tuoi passi in modo realistico. Chiediti cosa ti serve per arrivare dove vuoi: nuove competenze, un network di contatti o magari una maggiore stabilità economica prima di fare il grande salto?
- Accetta l'incertezza e il rischio. Cambiare lavoro o carriera comporta sempre un certo grado di rischio. Potrebbe non essere semplice o immediato, ma è importante accettare l'incertezza come parte del processo. Questo ti permette di affrontare il cambiamento con più coraggio e apertura, sapendo che è parte del percorso verso una maggiore soddisfazione.
- Non aver paura di chiedere aiuto. La reinvenzione lavorativa non è qualcosa che devi affrontare da solo. Parla con amici, colleghi o mentori. Cerca ispirazione e consigli da chi ha già fatto un percorso simile. Anche lavorare con un coach o un terapeuta può aiutarti a chiarire i tuoi obiettivi e trovare la strada giusta per te.
lunedì 10 febbraio 2025
10 trucchi mentali che ti renderanno irresistibile
venerdì 7 febbraio 2025
Perché le persone felici sono più produttive? La scienza risponde
- dedica tempo alle attività che ti appassionano: trovare gioia in ciò che fai aumenta la soddisfazione e l'energia.
- pratica la gratitudine: concentrarti su ciò che hai di positivo riduce l'ansia e aumenta il benessere.
- coltiva relazioni significative: circondarti di persone positive stimola il buon umore e la motivazione.
- fai esercizio fisico: il movimento rilascia endorfine, migliorando l'umore e la concentrazione.
mercoledì 5 febbraio 2025
Cosa dice di te la tua grafia?
lunedì 3 febbraio 2025
5 segreti psicologici per cambiare la tua vita oggi
5 tecniche per comunicare con il proprio figlio
La comunicazione efficace tra genitori e figli è fondamentale per una relazione sana e per il benessere emotivo dei bambini. Ecco cinque tec...
-
Le emozioni sono una parte fondamentale della nostra esperienza umana. Sono le risposte immediate e naturali del nostro corpo a pensieri, ri...
-
La memoria è una capacità fondamentale del nostro cervello, che ci permette di immagazzinare e recuperare informazioni. Tuttavia, può capita...
-
Perdere il lavoro è una situazione difficile da affrontare, che può generare stress, ansia, depressione, senso di colpa, rancore e paura del...












