martedì 18 febbraio 2025

Come nascono i nostri schemi mentali?

Ti sei mai chiesto perché reagisci sempre nello stesso modo in certe situazioni? Perché alcune emozioni sembrano più forti e incontrollabili di altre? La risposta potrebbe risiedere nei tuoi schemi mentali, o credenze negative, che si sono formati nell’infanzia e continuano a influenzarti nella vita adulta.

In questo articolo esploreremo come si sviluppano questi schemi, perché diventano così radicati e in che modo modellano il nostro comportamento e le nostre relazioni.

Cosa sono gli schemi mentali e perché sono così potenti?

Gli schemi mentali sono come delle "lenti invisibili" attraverso cui interpretiamo la realtà. Si sviluppano nei primi anni di vita e influenzano ciò che pensiamo di noi stessi, degli altri e del mondo.

Ad esempio:

  • Se da bambino sei stato spesso criticato, potresti sviluppare uno schema di difettosità, convincendoti di non essere abbastanza bravo.
  • Se hai avuto genitori emotivamente distanti, potresti interiorizzare lo schema di deprivazione emotiva, credendo che nessuno sarà mai davvero presente per te.
  • Se sei cresciuto in un ambiente imprevedibile o instabile, potresti sviluppare lo schema di abbandono, portandoti a temere costantemente che le persone a cui tieni ti lascino.

Questi schemi non sono semplici pensieri passeggeri, ma convinzioni profonde che condizionano le nostre scelte, le relazioni e le emozioni.

L’infanzia: il terreno fertile per la formazione degli schemi

Durante l’infanzia, il cervello è estremamente plastico e assorbe esperienze, emozioni e dinamiche familiari. In particolare, ci sono cinque bisogni emotivi fondamentali che, se non vengono soddisfatti, danno origine alGli schemi negativi:

  1. Sicurezza e stabilità – Avere genitori presenti e affidabili, che danno un senso di protezione e prevedibilità.
  2. Amore e accettazione – Sentirsi amati, valorizzati e supportati nelle proprie emozioni.
  3. Autonomia e competenza – Sviluppare fiducia nelle proprie capacità e indipendenza.
  4. Espressione di sé – Essere liberi di comunicare i propri pensieri ed emozioni senza paura di essere giudicati.
  5. Limiti e autodisciplina – Ricevere regole equilibrate che insegnano il rispetto e la gestione delle frustrazioni.

Quando uno o più di questi bisogni non vengono soddisfatti, il bambino sviluppa schemi maladattivi che lo accompagneranno nella vita adulta.

Esempi di esperienze infantili che creano schemi disfunzionali

🔹 Genitori imprevedibili o assenti → Schema di abbandono (paura di perdere le persone care).

🔹 Critiche costanti o umiliazioni → Schema di difettosità (sensazione di non essere abbastanza).

🔹 Eccessivo controllo o protezione → Schema di dipendenza (sensazione di non farcela da soli).

🔹 Regole troppo rigide e perfezionismo → Schema di standard inflessibili (bisogno di essere sempre perfetti).

🔹 Mancanza di affetto e vicinanza emotiva → Schema di deprivazione emotiva (sensazione di essere invisibili o non amati).

 

Come gli schemi si radicano nella vita adulta

Gli schemi formati nell’infanzia diventano la nostra “verità” interiore e si autoalimentano nel tempo. Questo accade attraverso tre meccanismi principali:

  1. Resa allo schema
    • Agiamo in modo da confermare lo schema, anche se ci fa soffrire.
    • Es. Se abbiamo lo schema di fallimento, evitiamo nuove sfide per paura di fallire, rinforzando così l’idea di non essere capaci.
  2. Evitamento dello schema
    • Cerchiamo di sfuggire alle emozioni negative legate allo schema, evitando certe situazioni.
    • Es. Se abbiamo lo schema di esclusione sociale, evitiamo gruppi o eventi per paura di sentirci fuori posto.
  3. Contrattacco allo schema
    • Reagiamo in modo opposto allo schema, ma in maniera estrema e poco equilibrata.
    • Es. Chi ha lo schema di sottomissione può diventare iper-assertivo e autoritario, per evitare di sentirsi dominato.

💡 Esempio pratico

Marco ha sviluppato uno schema di abbandono perché i suoi genitori erano emotivamente distanti. Ora, da adulto:

  • Resa → Sceglie partner che lo fanno sentire insicuro, confermando la sua paura.
  • Evitamento → Evita le relazioni serie per non rischiare di essere abbandonato.
  • Contrattacco → Diventa geloso e controllante, soffocando il partner.

Questi meccanismi fanno sì che lo schema rimanga attivo e si rafforzi nel tempo.

 

Come iniziare a modificare i propri schemi

Il primo passo per cambiare un paura è diventarne consapevoli. Ecco alcune domande che possono aiutarti a identificare i tuoi schemi:

  1. Quali situazioni mi fanno soffrire ripetutamente?
  2. Quali pensieri negativi su di me e sugli altri si ripetono spesso?
  3. C’è un tema comune nei miei problemi relazionali o lavorativi?
  4. Quali emozioni si attivano con più intensità nelle situazioni difficili?

💡 Esercizio pratico

📖 Diario delle trappole

Ogni sera, scrivi tre episodi della giornata in cui hai reagito emotivamente in modo intenso. Analizza se dietro c’è uno schema attivo e prova a ipotizzare la sua origine.

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