La capacità di intendere e di volere è la capacità di comprendere il significato e le conseguenze delle proprie azioni e di agire in modo libero e consapevole. Si tratta di un requisito fondamentale per la responsabilità penale, civile e amministrativa, in quanto determina l’imputabilità o l’inimputabilità del soggetto che ha commesso un reato o un atto giuridico.
La valutazione della capacità di intendere e di volere è un compito che spetta al giudice, che può avvalersi dell’ausilio di periti e consulenti psichiatrici, psicologi e neuropsicologi, che hanno il compito di esaminare il soggetto e di fornire una valutazione tecnico-scientifica basata su criteri, metodi e strumenti adeguati.
I criteri per la valutazione della capacità di intendere e di volere sono stabiliti dal codice penale, che prevede tre ipotesi in cui la capacità può essere esclusa o diminuita:
- Infermità mentale: condizione patologica che altera in modo grave e permanente le funzioni cognitive, emotive e comportamentali del soggetto.
- Intossicazione: condizione transitoria che altera temporaneamente le funzioni cognitive, emotive e comportamentali del soggetto a causa dell’assunzione di sostanze.
- Sordomutismo: condizione congenita o acquisita che impedisce al soggetto di udire e di parlare, limitando la sua capacità di comunicare e di interagire con gli altri.
I metodi per la valutazione della capacità di intendere e di volere sono diversi a seconda del tipo di accertamento richiesto dal giudice, che può essere:
- Retrospettivo: valutazione della capacità del soggetto al momento in cui ha commesso il reato o l’atto giuridico, ricostruendo le circostanze, le motivazioni, le intenzioni, le emozioni, le reazioni, le conseguenze dell’azione.
- Prospettico: valutazione della capacità del soggetto al momento in cui si svolge il processo o l’atto giuridico, esaminando le sue condizioni attuali, le sue capacità residue, le sue prospettive di recupero, di miglioramento, di peggioramento, di stabilizzazione.
Gli Strumenti per la valutazione della capacità di intendere e di volere dipendono dal tipo di accertamento, dal tipo di infermità, dal tipo di intossicazione, dal tipo di sordomutismo, dal tipo di reato o di atto giuridico, dal tipo di soggetto. Tra gli strumenti più usati, possiamo citare:
- La perizia psichiatrica: indagine clinica che valuta lo stato mentale del soggetto, la presenza di eventuali disturbi psichici, la loro natura, la loro gravità, la loro incidenza sulla capacità di intendere e di volere.
- La perizia psicologica: indagine psicometrica che valuta le funzioni cognitive, emotive e comportamentali del soggetto, la presenza di eventuali deficit, alterazioni, disfunzioni, la loro natura, la loro gravità, la loro incidenza sulla capacità di intendere e di volere.
- La perizia neuropsicologica: indagine neurofisiologica che valuta le funzioni cerebrali del soggetto, la presenza di eventuali lesioni, danni, anomalie, la loro natura, la loro gravità, la loro incidenza sulla capacità di intendere e di volere.

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